smaller reset larger Contrai Espandi

Quella carrozza da Milano

Tra le carte dell’Imperial Regio Architetto Giuseppe Piermarini da Foligno 

Nella carrozza che doveva riportarlo definitivamente a Foligno, sullo scorcio del 1798, l’Imperial Regio Architetto Giuseppe Piermarini era accompagnato da una cassa contenente i suoi preziosi disegni. Aveva allora 64 anni. Qualche mese prima aveva subito il furto di alcuni oggetti personali e suppellettili domestiche. Per questo sarà stato ancor più circospetto nei confronti di quel patrimonio che rappresentava il lavoro di una vita, il segno di uno stile, l’immagine di un territorio sul calare dell’età illuministica.

Era giunto a Milano insieme a Luigi Vanvitelli, chiamato per la costruzione del Palazzo Regio Ducale, nell’aprile del 1769. Subentrerà nell’incarico al maestro e verrà nominato Imperial Regio Architetto, divenendo così “il maestro di stile” del volto illuminato della Lombardia. Trent’anni di indefesso lavoro nel campo pubblico, soprattutto, ma anche il quello privato, in cui lascerà i segni sterminati di un equilibrio formale: razionalità, eleganza e misura, ravvivate appena da sottili ombre pittoriche. La sistemazione di Palazzo Regio Ducale, la riqualificazione del vecchio “Verzaro”, la valorizzazione delle aree intorno a Porta Orientale, la sistemazione dei giardini pubblici, gli apparati per le nozze dell’Arciduca Ferdinando d’Asburgo con Beatrice d’Este, l’apparato per le esequie dell’Imperatrice Maria Teresa, gli apparati per la festa della Federazione. I teatri: Teatro alla Scala e Teatro alla Canobiana a Milano, Teatro Nuovo di Mantova, quelli di Crema e Monza. Gli edifici pubblici per il governo e l’amministrazione: Collegio Elvetico, Palazzo del Monte di Santa Teresa. Gli edifici per l’assistenza: Palazzo del Monte di Pietà, Palazzo dei luoghi pii riuniti, Casa di correzione poi Albergo dei poveri. Gli edifici per l’istruzione: Collegio di Brera, Teatro anatomico di Pavia, Accademia virgiliana di Mantova. I palazzi cittadini: Belgiojoso, Greppi, Cusani, Casnedi. Le ville nei dintorni: Villa Ducale di Monza, Villa Borromeo a Cassano d’Adda, Villa Cusani a Desio, Villa Barbiano di Belgiojoso. Un lavoro da far tremare i polsi. Nel 1808 muore nella sua città, lasciando un patrimonio di disegni, unico al mondo, alla propria famiglia. Intorno alla metà del secolo, però, la collezione verrà smembrata. Gran parte dei disegni finiscono in possesso del capomastro Francesco Fratini, altri del canonico don Luca Betori. Nel 1908, in occasione delle celebrazioni del I centenario della morte, la raccolta dei disegni viene ricomposta con la donazione di Sante Fratini, figlio di Francesco, e con l'acquisto dell'eredità di Angela Betori ed assegnata alla Scuola d’Arti e Mestieri, per poi essere successivamente trasferita nel Museo Civico. Negli anni 1934-35 le carte vengono spedite a Milano per essere studiate da Enrico Filippini. Oggetto di numerosi studi scientifici, i disegni piermariniani avranno una sistemazione catalografica pressoché completa nelle mostre Piermarini e il suo tempo (1983) e Giuseppe Piermarini. I disegni di Foligno. Il volto piermariniano della Scala (1998).

Nell’inventario Filippini vengono segnalate, tra le carte piermariniane, dodici incisioni raffiguranti il globo terrestre ed il globo celeste, opera di Matthaus Greuter. I fogli, tagliati a spicchi ed incollati su una sfera, servivano a ricostruire l’immagine della terra e del cielo. Una passione ricorrente del nostro architetto a dar credito ai suoi biografi Fabri-Scarpellini e Filippini secondo cui, in età adolescenziale, Giuseppe avrebbe costruito un globo terracqueo di un metro e mezzo di diametro, oggetto di stupore e meraviglia per i cittadini di Foligno e di ammirazione per un insigne professore del Collegio romano quale Ruggero Giuseppe Boscovich.

Del resto, nei due preziosi taccuini d’appunti autografi (questi sì, ancora in attesa di un’edizione e di uno studio completo) Giuseppe Piermarini aveva dato conto delle modalità costruttive e di funzionamento del telescopio newtoniano e di quello gregoriano, oltreché prendere nota, accanto alla lista della spesa, delle distanze tra la terra e i pianeti e delle loro dimensioni. Un uomo con i piedi sulla terra (con fondamenta sicure) che sapeva però guardare al cielo.

 

P.L. – R.L.